Nei bambini più grandi capita spesso che la rinosinusite si accompagni ad un mal di testa persistente. Nel sospetto di sinusite, in particolare nelle forme con segni di infezione severi e persistenti come febbre e cefalea, l’impiego di una terapia antibiotica è senza dubbio appropriato. Tuttavia, in qualche caso, nonostante la terapia la sintomatologia non si risolve.

Il Paziente

La nostra piccola paziente è una bambina di sei anni che da trenta giorni presenta un’ostruzione nasale persistente che si è originata, dice la madre, da un raffreddore violento contratto al ritorno da una gita scolastica. Da quel momento non riesce più a dormire la notte e gli effetti di questa malattia si fanno sentire anche sulla vita di tutti i giorni.

I Sintomi

Ostruzione nasale, rinorrea, febbricola che si presenta la sera, otalgia saltuaria, russamento, irritabilità, scarso appetito. Questo è il quadro che si trova davanti il medico. A nulla è servita una settimana di antifammatori, antibiotici non meglio specificati e lavaggi nasali. La bimba non migliora.

La Visita

Il medico, dopo, aver messo a proprio agio e tranquillizzato il bimbo comincia l’esame con una rinoscopia. Viene così evidenziata la presenza di muco purulento che viene aspirato per migliorare l’osservazioni. Il setto nasale non presenta deviazioni mentre si rileva ipertrofia dei turbinati piuttosto importante. L’endoscopia permette di scoprire la presenza di scolo muco-purulento in corrispondenza dei meati medi e in prossimità degli osti tubatici. In rinofaringe, inoltre, si evidenzia la presenza di un tessuto adenoideo ipertrofico ma di non rilevante importanza per la diagnosi conclusiva.

In gola c’è la presenza di muco purulento che cola dal rinofaringe. Le mucose sono arrossate, tonsille criptiche ed extraceliche. Nelle orecchie, a destra la membrana timpanica è retratta soprattutto nei quadranti inferiori. A tratti è iperemica.

A sinistra non ci sono secrezioni ma la membrana è estroflessa ed iperemia in corrispondenza del manico del martello. Alla palpazione del collo si evidenziano alcuni rigonfiamenti ai linfonodi. Il quadro porta il medico a pesare ad una rinosinusite subacuta ed un otite media effusiva più grave a sinistra.

L’otite si è sviluppata in seguito ad una flogosi catarrale delle prime vie aereee che si è complicata nel tempo in rinosinusite muco-purulenta. La terapia medica iniziale è stata incompleta, fatta dalla madre in autonomia, e non ben eseguita, tanto da mascherare la stessa sintomatologia (frequente in età pediatrica) ottenendo così solo una bonifica parziale dei distretti interessati della patologia.

La Cura

I farmaci ora serviranno ad una guarigione del naso, dei seni paranasali e dell’orecchio medio.  Innanzitutto si spiega al bambino come ci si soffia il naso. Non con violenza ma ad intermittenza prima una fossa nasale, poi l’altra, in modo da evitare pressioni e non far “soffrire” le orecchie, già interessate dall’otalgia. La terapia prevede l’utilizzo di farmaci che facilitino il drenaggio delle secrezioni: si prescrivono vasocostrittori locali in gocce a cui associare una terapia aerosolica di beclomatasone dipropionato diluito in fisiologica per due volte al giorno. L’aerosol va fatto due minuti dopo aver somministrato il farmaco vasocostrittore, in questo modo si facilita il passaggio dello stesso permettendogli di agire in profondità. Antibiotico con cefalosporina di seconda generazione con cefprozil due volte al giorno per 12 giorni. Una somministrazione lunga che permette di effettuare una bonifica completa.

Come guarire l’otite e la ginnastica tubarica

Dopo 15 giorni il piccolo è guarito ma permane un fastidio all’orecchio sinistro. La rinosinusite se ne è andata ma non la sua complicanza. Così il medico prescrive un ciclo di insufflazioni endotimpaniche da effettuare in ambulatorio in combinazione con sei sedute di ginnastica tubarica. Una terapia di mantenimento poco invasiva che permetta di risolvere la pervietà tubarica sciogliendo le secrezioni catarrali residue. Il piccolo infatti continua a sentire ovattato e la tuba di Eustachio è ancora sofferente per le continue e brusche variazioni di pressione oltre che per la flogosi.

La ginnastica tubarica è una sorta di fisioterapia della muscolatura tubarica e peritubarica. Ecco quali sono le tecniche di ginnastica tubarica, divisi in tre diversi momenti, uno collegato all’altro.

  1. Lavaggio nasale eseguito utilizzando soluzione fisiologica spruzzata in ognuna delle narici, ruotando e posizionando la testa in diversi modi a seconda della patologia di base.
  2. Respirazione di naso diaframmatica volta all’eliminazione della respirazione dalla bocca attraverso lo studio della dinamica nasale, ad esempio attraverso l’opacizzazione di uno specchietto posizionato sotto le narici del bambino, soffio nasale sulla fiammetta di una candelina.
  3. Esercizi muscolari: si tratta degli esercizi tubarici veri e propri. Ogni esercizio va ripetuto cinque volte, con la sequenza che va eseguita due volte al giorno per un periodo variabile dai dieci giorni ai tre mesi.
  • Protusione della lingua: sporgere più velocemente possibile la lingua fino a toccare il mento
  • Sbadiglio: si sposta indietro la lingua e si effettuano delle inspirazioni profonde fino a completare uno sbadiglio
  • Schiocco del cavallo: la lingua effettua un movimento a ventosa sul velo palatino
  • Palloncino: si gonfiano le gote con maggiore quantità d’aria possibile e si effettuano massaggi veloci.
  • Vocalizzi: pronunciare A, I, E e prolunga il suono
  • Esercizi di deglutizione: si introduce del liquido in bocca, si chiude il naso con indice e pollice a pinza, si abbassa la testa in avanti e si deglutisce in un sol colpo.

L’obiettivo è quello di insegnare al bambino una coscienza nasale coinvolgendolo in prima persona nella sua patologia, abituandolo così ad evitare norme comportamentali sbagliate (come soffiarsi il nasco scorrettamente) e ad eseguire, come fosse un gioco, gli esercizi di funzionalità tubarica.